Dovendo scrivere un articolo sulle favole sono andato a rileggere qualcosa di Esopo, il grande favolista greco.
Ho trovato interessante, nella sua semplicità, questa favola:
Tempo
fa un corvo piccolino, assai vivace e irrequieto se ne andava a zonzo tutto il
giorno sbirciando in faccende che non lo riguardavano. Ficcava il becco in ogni
cosa e non perdeva l'occasione di fare scherzi o dispetti ad ogni animale. Quel
mattino però, la sua monelleria lo spinse a compiere ciò che non avrebbe mai
dovuto fare. Si intrufolò infatti in una piccola casa situata al limitare del
bosco e lesto, lesto rubò un bel pezzo di carne sistemato sul davanzale della
finestra spalancata. Per sua sfortuna il contadino fece in tempo ad accorgersi
del furto e, senza esitare, colpì il corvo con una pietra. Ecco fatto! Il ladro
fu colpito in pieno. Quel pezzo di carne gli costò caro!
Ferito
e spaventato il corvetto se ne tornò al nido volando piano per il male, quindi
si sdraiò sfinito tra le braccia della sua cara mamma. Questa, disperata per le
condizioni del figliolo, scoppiò in lacrime sfogando la propria preoccupazione.
"Oh,
mammina!" Disse il piccolo "Prega il Signore per me affinché guarisca
la mia ferita". La corva colma di tristezza rispose: "Povero piccolo
mio, come puoi chiedere al Cielo un miracolo se non ti sei nemmeno pentito del
male commesso?" Solo in quel momento il corvetto comprese la sua colpa e
giurò a se stesso di non rubare mai più in vita sua.
Fortunatamente
la ferita riportata durante la scorribanda alla fattoria si rimarginò in fretta
e il corvo riacquistò le forze. Quando fu completamente guarito poté tornare
a svolazzare tra gli alberi ma, ricordandosi della promessa fatta, da quel
giorno non toccò più ciò che non gli apparteneva. Aveva imparato a sue spese il
significato della parola "furto".
Gli insegnamenti appresi
sulla propria pelle sono i più severi e non potranno mai essere dimenticati.
Esopo
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