Per una passeggiata, in un glaciale pomeriggio di dicembre, ho
imboccato la strada che costeggia il cimitero. Una breve sosta davanti al
cancello già chiuso. Tra gli scuri cipressi del viale brillano basse le lampade.
Da una macchina, fermatasi all’altro lato della strada, scende velocemente un
ragazzo. Prova ad aprire il grande cancello, lo forza, lo scuote con rabbia.
Poi rapidamente si aggrappa ad una bacheca di informazioni, e ancora su, fino a
sopra il muro di cinta. Un salto sulle tombe e passi veloci.
Dalla macchina scendono anche una ragazza e un ragazzo che,
spaventati, chiamano ripetutamente l’amico.
Strazianti grida di dolore disperato arrivano fino a noi. Il
ragazzo e la ragazza piangono mentre cercano come entrare nel cimitero.
Non so cosa fare. Riprendo a camminare con l’amara
consapevolezza che nessun dolore risuscita i morti e la preghiera sgorga più fluida.
3 commenti:
Grazie, Tanino, di questo quadretto di dolore.
Chissà cosa stava vivendo il ragazzo che ha scavalcato il muro.
Il dolore è lo squilibrio della vita oppure una chiave per capirla.
Buona settimana.
Franco
Il dolore è dolore!
solo standoci dentro si sa quale deserto sia. Eppure, in un momento che mi semtivo al margine della sopportabilità, qualcosa spuntava, delicatissimamente e teneramente.
Sarà il contatto con la vita?
Tanino, grazie per questa storia che hai raccontato.
Con quello che succede in Italia, sembra che per certi politici, il territorio del dolore non esista. Mi sembrano delle marionette guidate soltanto da un'idea: potere, potere.
Ma la ruota gira per tutti e vorrei sentire da questi se diranno le stesse parole vuote quando saranno appesi al nulla.
Scusa lo sfogo, ma ... insomma, Tanino, siamo nelle mani del nulla. Come siciliano conosci l'espressione "nulla mischiato col niente". Ecco il mio pensiero su certi personaggi che manovrano gli italiani. Ho fiducia nei giovani che sanno riconoscere i trucchi.
Ciao, un saluto pieno di stima e di affetto,
Paolo
fa pensare!
ciao, Susy
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