Oltre i
monti e oltre il mare c’è una città famosa perché possiede un libro unico al
mondo: chi lo apre non legge parole ma entra in giardini meravigliosi pieni di fiori,
musica, felicità. Però capita che qualcuno, aprendo il libro, si venga a
trovare in deserti gelidi e bui. La gente per paura di entrare nella pagina oscura,
non apre più il libro.
Allora
il sindaco e le persone importanti decidono di custodire il libro in una cassa
d’oro con sigilli e catene sulla terrazza della torre.
Il sole di
giorno la fa brillare e di notte ci pensa la luna. La pioggia la lava e il
vento l’asciuga.
La notizia
del libro chiuso raggiunge alcuni bambini che non giocano mai alla guerra.
Kalù, per dare gioia agli altri, si mette in viaggio per arrivare al libro e,
oltrepassate valli e montagne, arriva nella città. Il portone della torre si
apre senza sforzo, la serratura è arrugginita. Le scale sono piene di appiccicose
tele di ragni neri e velenosi. Kalù li vince tutti e, in terrazza accarezza la
cassa. Il suo cuore batte forte. Il coperchio della cassa si apre, come se
fosse stato spinto da dentro. Il libro è già aperto. Una ventata di profumi e
colori si espande, mentre milioni di stelle, danzando, liberano la musica.
Kalù si
stupisce di non essere solo: i bambini della città sono saliti tutti dietro di
lui. Il libro, felice di sorprenderli, continua ad aprirsi e, come un
caleidoscopio, mostra sempre nuove composizioni di colori e musiche. Quando lo
stupore mette a tacere tutti, una voce esce dalla musica:
“Non
avete trovato le pagine cattive?
Cari
bambini, non ci sono pagine cattive, è la paura che non fa vedere i colori e non
fa sentire la musica”.
I
bambini si guardano felici e iniziano il girotondo e il libro, come un
direttore d’orchestra, li dirige. La folla sulla piazza guarda stupita e, quasi
senza accorgersene, tutti si prendono per mano e cantano per le strade, salgono
i palazzi, danzano sui campi e sui monti. La gioia della festa ormai sta
oltrepassando anche il mare. E la paura fugge lontana.
Ho pubblicato questa favola anche su Città Nuova n° 4/2013