«Se amate
quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso»
(Lc 6,32).
La Parola di
vita di questo mese è presa dal Vangelo di Luca. Essa fa parte di quell’ampia sezione
dei detti di Gesù, che nel Vangelo di Matteo corrisponde al discorso della
montagna. In questa sezione, come è noto, Gesù descrive le esigenze del Regno
di Dio e i lineamenti che caratterizzano coloro che vi appartengono. Questi si
ispirano e si riconducono alla imitazione del Padre celeste.
In questo
versetto Gesù chiama i suoi discepoli ad imitare Dio Padre nell’amore. Se
vogliamo essere figli suoi, dobbiamo amare il nostro prossimo a quel modo con
cui Egli ama.
«Se amate
quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso»
La prima
caratteristica che maggiormente contraddistingue l’amore di Dio Padre è la sua
assoluta gratuità. Esso si contrappone radicalmente all’amore del mondo. Mentre
quest’ultimo si basa sul ricambio e la simpatia (amare quelli che ci amano o
che ci sono simpatici), l’amore del Padre celeste è del tutto disinteressato;
si dona alle sue creature indipendentemente dalla risposta che può arrivare. E’
un amore la cui natura è di prendere l’iniziativa comunicando tutto quello che
possiede. Di conseguenza è un amore che costruisce e che trasforma. Il Padre
celeste ci ama non già perché siamo buoni, spiritualmente belli e perciò
meritevoli di attenzione e di benevolenza; ma, al contrario, amandoci crea in
noi la bontà e la bellezza spirituale della grazia, facendoci diventare degli
amici e dei figli suoi.
«Se amate
quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso»
Un’altra
caratteristica dell’amore di Dio Padre è la sua universalità. Dio ama tutti
indistintamente. Egli ha come misura l’assenza di ogni limite e di ogni misura.
Del resto questo suo amore non potrebbe essere gratuito e creativo se non fosse totalmente proiettato dovunque c’è un bisogno o un vuoto da colmare.
Ecco perché il Padre celeste ama anche quei figli che sono ingrati o lontani o ribelli; anzi si sente particolarmente attirato verso di loro.
Del resto questo suo amore non potrebbe essere gratuito e creativo se non fosse totalmente proiettato dovunque c’è un bisogno o un vuoto da colmare.
Ecco perché il Padre celeste ama anche quei figli che sono ingrati o lontani o ribelli; anzi si sente particolarmente attirato verso di loro.
«Se amate quelli che vi amano, che
merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso»
Come vivremo
allora la Parola di vita di questo mese?
Comportandoci
da veri figli del Padre celeste, cioè imitando il suo amore, soprattutto nelle
caratteristiche che abbiamo evidenziato: la gratuità e l’universalità.
Cercheremo allora di amare per primi, di un amore generoso, solidale, aperto
verso tutti, specialmente verso quei vuoti che possiamo trovare attorno a noi.
Cercheremo di amare con un amore distaccato dai risultati. Ci sforzeremo di
farci strumenti della liberalità di Dio, rendendo partecipi anche gli altri dei
doni di natura e di grazia che abbiamo ricevuti da Lui.
Lasciandoci
guidare da questa Parola di Gesù, vedremo con occhi nuovi e con cuore nuovo
ogni prossimo che ci passerà accanto, ogni occasione che ci verrà offerta dalla
vita quotidiana. E dovunque noi ci troveremo ad operare (famiglia, scuola,
ambiente di lavoro, ospedale ecc.), ci sentiremo spinti ad essere dispensatori
di questo amore che è proprio di Dio e che Gesù ha portato sulla terra, l’unico
capace di trasformare il mondo.
Chiara
Lubich
Parola
di vita pubblicata in Città Nuova, 1992/2, p.32-33.
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