sabato 5 aprile 2014

Impariamo dal Kintsugi


Maria Teresa Garagnani fa dono a me e a tutti i lettori, del Kintsugi, un'antica usanza giapponese di cui ha sentito parlare a un recente incontro di esperti di vita familiare, come metafora della vita:  

Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con l’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello. Questa tecnica è chiamata “Kintsugi”.
Oro al posto della colla. Metallo pregiato invece di una sostanza adesiva trasparente. E la differenza è tutta qui: occultare l’integrità perduta o esaltare la storia della ricomposizione?
Chi vive in occidente fa fatica a fare pace con le crepe. “Spaccatura, frattura, ferita” sono percepiti come l’effetto meccanicistico di una colpa, perché il pensiero digitale ci ha addestrati a percorrere sempre e solo una delle biforcazioni: o è intatto, o è rotto. Se è rotto, è colpa di qualcuno.
Il pensiero analogico- arcaico, mitico , simbolico – invece, rifiuta le dicotomie e ci riporta alla compresenza degli opposti, che smettono di essere tali nel continuo osmotico fluire della vita. La Vita è integrità e rottura insieme, perché è ricomposizione costante ed eterna. Rendere belle e preziose le “persone” che hanno sofferto…. Questa tecnica si chiama “amore”.
Il dolore è parte della vita. A volte è una parte grande, e a volte no, ma in entrambi i casi, è una parte del grande puzzle, della musica profonda, del grande gioco. Il dolore fa due cose: Ti insegna, ti dice che sei vivo. Poi passa e ti lascia cambiato. E ti lascia più saggio, a volte. In alcuni casi ti lascia più forte. In entrambe le circostanze, il dolore lascia un segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere nella tua vita lo comporterà in un modo o nell’altro.
I giapponesi che hanno inventato il Kintsugi l’hanno capito più di sei secoli fa, e ce lo ricordano sottolineandolo in oro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ho letto e riletto questa pagine più volte Tanino. é di una bellezza disarmante.
spesso mi capita di leggere i tuoi post e avere l'impressione di riuscirli ad incastonare nella mia vita.
Grazie a te, grazie a Maria teresa per averla donata anche a noi.
un caro saluto
Monica