Il fine settimana scorso sono stato impegnato per fare da
interprete. Avevo messo il cellulare al silenziatore perché non disturbasse
durante le conferenze.
Nell'intervallo mi sono accorto che ero stato
cercato ripetutamente da un amico. Lo chiamo subito e lui mi informa di una devastante
rapina operata nella sua azienda.
Dopo la telefonata, una domanda: “Come mai stamattina mi
sono svegliato pensando proprio a lui? Forse era arrivato fino a me il suo
dolore?”
E poi ancora durante il giorno ripensai al disastro della
rapina e al fatto che l’amico era presente non so per quale associazione di
idee.
Avevo sentito parlare di madri che
non avendo notizie dei figli in guerra ne sentivano i dolori o addirittura la
morte o, in casi migliori, un loro prossimo ritorno. Legame di sangue, si dice,
ma cos’è che lega gli uomini?
Mi son dato una risposta: il dolore ci purifica e ci fa più
trasparenti, più prossimi alla verità, a
Dio. In questa posizione la comunicazione, la comunione è più reale, più
efficace. Quasi come se ci venissimo a trovare in una dimensione dove spazio e
tempo siano superati.
Quanto accaduto al mio amico, mi ha insegnato a essere
attento, più attento ai pensieri che mi passano per la testa: potrebbero essere
richiami o bisogni di aiuto che mi stanno arrivando da qualcuno.
3 commenti:
una vita nella vita, oppure facoltà da sviluppare.
penso che siamo esistenzialmente tutti legati e questo si scopre in particolare situazioni.
Gianni S.
Caro Tanino, quante cose non riusciamo a spiegarci!
Il bello del tuo blog è che cerchi la verità assieme a quanti ti leggiamo.
Grazie.
E grazie soprattutto che comunichi ogni punto certo raggiunto.
Sono uno stanco insegnante di matematica. Le domande raccolte nella vita si intensificano e scoppiano nella terza età.
Sono prossimo alla pensione ed ho paura di essere schiacciato proprio da tutte le domande che finora non hanno ottenuto risposta.
Una cara amica che ti legge mi ha consigliato di entrare nel tuo blog proprio perché mi conosce.
Comunque grazie e non mollare.
Ciao,
GF. M.
Un fatto è accaduto anche a me in maniera impressionante :
mi sveglio d'improvviso a seguito di una specie di sogno nebbioso dove su un ponte a schiena d'asino, mentre comincio a salire, sento una voce che mi chiama e intravedo un'ombra che sta salendo all'opposto, come una sagoma di fantasma.
Il mio nome viene scandito implorante sempre più forte e riconosco la voce di un caro amico straniero e mi sveglio agitata come se la voce risuonasse nella stanza stessa.
Mio marito, svegliato dal mio balzo a sedere mi tranquillizza :"calmati,è solo un sogno". Guardo l'ora. Sono le 4 e 45 del mattino.
Passano i giorni e sono inquieta e alla fine scrivo tutto all'amico pregandolo di non burlarsi di me.
Dopo un mese arriva una lunga lettera in cui mi viene raccontata passo passo con evidente dolore l'agonia di sua madre cui solo lui di notte ha assistito impotente il mese prima e quando il respiratore si è fermato, mi dice che è corso in fondo al corridoio dell'ospedale dove c'era una grande vetrata sulla città e si è sentito disperato e travolto.
La sua è una famiglia di atei da 5 generazioni; non ha appigli, e gli sovviene per quanti anni di amicizia abbiamo parlato e discusso su questo argomento, e allora scoppia finalmente in pianto e comincia a invocare il mio nome come di colei che non ha mai cessato di apparirgli serena nonostante i problemi e sicura di vivere per mano a Dio.
"Lei può pregare per me adesso", pensa in un istante e l'orologio della torre antica vicino all'ospedale batte le tre e tre quarti del mattino per il suo fuso orario, ma per me in Italia erano le quattro e tre quarti!
Certo lo spirito nostro ha poteri mai veramente sperimentati del tutto o anche conosciuti, ma quando c'è di mezzo la fede e l'amore all'altro, possono accadere cose straordinarie senza confini umani.
Luisa
Luisa
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