Nell’augurarmi una buona settimana, Francesco mi ha offerto un grande sostegno raccontandomi qualcosa che gli è successo. È d’accordo che io lo metta in comune anche con voi lettori del blog. E quindi il mio grazie a Francesco ora s’impreziosisce della vostra gratitudine.
È accaduto tutto in qualche istante.
Una parola detta in un certo tono e la scintilla ha scatenato un parapiglia.
Una mattina come le altre. Mi alzo alle 6.20 e dopo essermi lavato, vado in cucina per far colazione. Guardo l'orologio. Non ce la faccio…
Dietro arriva mia moglie che con premura mi allunga un bicchiere d'acqua. L'acqua fa bene, depura l'organismo.
Il tempo è contato, il livello di guardia del mio self control, come il listino di questi giorni in Borsa, sta precipitando.
„Voglio farti notare che io bevo un litro e mezzo d'acqua al giorno e che sto perdendo il bus!”
È stato più forte di me. Esco e vado verso il bus con la tempesta dentro.
È fatta! Come un'auto che perde potenza quando c'è un buco nel serbatoio e perde la benzina, il mio serbatoio d'amore si è precipitatmente svuotato.
Mentre il bus mi porta in ufficio mi viene in mente una parola sentita recentemente: riparare.
E sì, occorre riparare.
Il tempo di entrare in ufficio, togliermi il soprabito e cerco di riparare.
Dall'altra parte molto ascolto e, come un'eco, una frase: ricominciamo.
Il minacciato temporale si allontana, nei nostri cuori ritorna il sereno.
Riparare e ricominciare.
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