Prudenti come i serpenti e semplici come le colombe
Occorre trattare ognuno con rispetto, con prudenza e con una semplicità evangelica... Questo è conforme all'esempio di Gesù: dar prova della semplicità più attraente, senza pure abbandonare la prudenza dei sapienti e dei santi che Dio aiuta. La semplicità può suscitare, non dico dello sdegno, ma una minore considerazione da parte dei furbi. Non importa se i furbi, di cui non si deve tenere alcun conto, infliggono qualche umiliazione con i loro giudizi e le loro battute di spirito; tutto torna a loro danno e confusione. Chi è «semplice, retto e temendo Dio» è sempre il più degno e il più forte. A condizione naturalmente, che sia sempre sostenuto da una prudenza saggia e piena di grazia.
È semplice chi non si vergogna di confessare il Vangelo anche davanti a uomini che vedono in esso soltanto una debolezza e una puerilità, e di confessarlo in ogni sua parte, in ogni occasione e in presenza di chiunque. Non si lascia ingannare o trascinare dal prossimo nel suo giudizio, e non perde la serenità dell'anima qualunque sia l'atteggiamento che gli altri assumono nei suoi confronti.
È prudente chi sa tacere una parte della verità che sarebbe inopportuno manifestare, e che può tacere senza che il suo silenzio alteri o falsifichi la parte della verità che ha detta; egli sa raggiungere li buoni fini che si propone, scegliendo i mezzi più efficaci... ; in ogni circonstanza distingue l'essenziale e non si lascia ingombrare dall'accessorio...; all'inizio di tutto ciò, egli spera la riuscita da Dio solo.
Non c'è nulla nella semplicità che contraddica la prudenza, e viceversa. La semplicità è amore; la prudenza è pensiero. L'amore prega, l'intelligenza veglia: «Vegliate e pregate» (Mt 26,41). In una conciliazione perfetta. L'amore è come la colomba che geme; l'intelligenza, rivolta all'azione, è come il serpente che non cade mai a terra, né si urta, perché avanza tastando con il capo ogni asperità del terreno.
Dal “Giornale dell’anima” del Beato Giovanni XXIII, papa
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