martedì 27 marzo 2012

"DIVENTARE" L'ALTRO


A Budapest per studi, abito in un piccolo appartamento messomi a disposizione da una famiglia. Viene un giorno a pranzo un amico e quando finiamo di mangiare, lui lava i piatti e mette ad asciugare le posate a testa in giù, diversamente da come faccio io che le metto a testa in su. Glielo dico spiegando le mie ragioni, e lui le sue.
Mi rendo conto che se non imparo a perdere le mie abitudini, finirà che invecchierò pieno di ragioni mie. Da quel momento le posate le metto ad asciugare con la testa in giù.
Mi capita tra le mani una frase di Teresa di Lisieux alla sorella Celine: “Prima di morire troncate dalla spada, facciamoci uccidere a colpi di spillo”. E colpi di spillo possono essere un punto di vista che non collima con il mio, uno sgarbo ricevuto, una delusione, il modo di fare di un impiegato più robot che persona, un collega che mi fa uno sgambetto …
Un giorno sono a cena dalla famiglia del mio amico. Non mi permettono di lavare i piatti, ma con sorpresa vedo che mettono ad asciugare le posate a testa in su. Ridiamo insieme quando dico loro che io ho cambiato modo… anche loro lo hanno fatto per me. Tutte le volte che riesco a “perdere la mia vita”, sperimento una tale gioia, una tale libertà che mi rende più facile amare gli altri.    


Foto mia: Budapest      

3 commenti:

claudia ha detto...

Pensare che "i colpi di spillo" possono aiutarmi a perdere la "mia vita" mi dà la sensazione che valga sempre la pena di ascoltare, accettare e amare l'altro così come si presenta. Non avevo mai pensato che si può perdere la propria vita nella quotidianità dei nostri giorni, senza fare gesti eroici! Come sempre cambiare se stessi per cambiare l'altro! Pensando a papà, che ormai vive nella Luce perenne, vedo un grande esempio di come perdere la propria vita

etivengoacercare ha detto...

Sul modo di 'caricare' la lavastoviglie e di lavare i piatti potremmo scrivere un trattato sulla santità. Oh no!?
Buona giornata e grazie di questi 'quadretti' di vita quotidiana.

Anonimo ha detto...

Caro Tanino, un'esperienza simile l'ho fatta con mio marito: lui appoggia la caffettiera piccola sul fuoco grande, io su quello piccolo. Ci ho litigato un paio di volte, ogni volta che la sua caffettiera si rovesciava x' in bilico sui supporti. Poi mi sono accorta che "stavo invecchiando piena di ragioni mie", come dici tu !!! Meglio GUSTARSI l'AROMA del caffè a prescindere dal come è fatto,che non GUASTARSI la vita e rovinare l'ARMONIA familiare !!Cambiando prospettiva: chiedo ai lettori se qualcuno ha esperienze simili in ambito lavorativo - sociale, potete condividerle ?
Io in tanti anni di impegno sociopolitico ho solo accumulato povere esperienze che sembrano pregiudizi ma sono soltanto dispiaceri: sul lavoro, nelle associazioni, nei partiti se non fai prevalere la tua idea, se non ti allei con chi ha interessi particolari simili ai tuoi non sei nessuno, altro che costruire qualcosa per il bene di tutti!!!
Grazie C.G.