Francesco,
un grande sostenitore, mi fa dono di questo brano tratta da una lettera di
Tolkien a C. S. Lewis
“Dio
ti benedica per la tua bontà. E (…) sii così generoso da regalarmi i dolori che
ti ho causato, cosicché io possa condividere tutto ciò che di positivo ne verrà
fuori. Non so se riesco a spiegarmi. Ma io credo che sia nel nostro potere,
come cristiani, di fare effettivamente questi doni. L’esempio più semplice: se
un uomo mi ha rubato qualcosa, io davanti a Dio affermo che gliel’ho regalato
(…) Sarebbe splendido, chiamati a giudizio, per rispondere a innumerevoli
accuse di aver fatto del male al proprio fratello, scoprire inaspettatamente
che molte male azioni non sono state compiute! E che invece si ha avuto una
parte nel bene scaturito dal male. E non meno splendido sarebbe per chi ha
dato. Un’eterna interazione di sollievo e gratitudine (…) Che cosa accade
quando il colpevole è genuinamente pentito, ma chi ha sofferto a causa sua è
così profondamente risentito da non concedere il perdono? E’ un pensiero tanto
terribile, da dissuadere chiunque dal correre il rischio di causare inutilmente
il male” (lettera 113).
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