lunedì 7 gennaio 2013

Tutto quello che posso



Domenica sera. In una trattoria di un paesino della Repubblica Ceca, entro con alcuni amici per cenare. È un locale dove si fuma. I cechi amano la birra e il fumo fa parte del rito. Non ci sono altri ristoranti in giro e l’albergo che ci ospita, non prepara la cena, essendo gli ultimi rimasti di un grosso gruppo di ospiti. Con gli amici nasce una bella chiacchierata e possiamo anche affrontare problematiche serie.
Il fumo mi dà fastidio. 
È impensabile aprire una finestra per il freddo. Cercando di “respirare” poco, comincio a sentire che la chiacchierata diventa per me uno sforzo, un vero impegno. Ma è tutto quello che posso fare.
Ascolto con le forze che ho e mi immedesimo in ciò che mi raccontano. I boccali si svuotano e quando la cameriera ripassa, tremo all’idea di un altro boccale, non per la birra ma per l’aria irrespirabile. 
Quando torniamo in albergo, gli amici mi ringraziano per la serata: sentiamo di essere fratelli. Il convegno a cui avevamo partecipato aveva come tema: la fraternità. Sì, è possibile, ma richiede il contributo di ciascuno.  


Vetrata di Marek Trizuljak, part. 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sto a criticare se hai fatto bene o male.
Ma è giusto così?
Tanino, quello che mi pare tu mi voglia dire è che ci sono combinazioni nella vita in cui puoi far poco, ma quel poco devi farlo.
Grazie comunque,
Franco

Anonimo ha detto...

Ogni incontro vero richiede un prezzo da pagare. E per te è stato il fumo. Evidentemente i tuoi amici hanno percepito il battito del tuo cuore. Grazie, Tanino, di questi efficaci esempi. Buon anno!
Gino

Anonimo ha detto...

Grazie! Certi gesti possono essere eroici. Ma vale la pena farli.
Federica

Anonimo ha detto...

Tanino, è vero che esce un tuo libro su Chiara Lubich?
ti chiederei di segnalarlo nel blog!
Grazie,
Marina