Ester, dalla Svizzera mi racconta:
"Sono madre di 3 figli. Il terzo, dopo un percorso
difficile alle scuole medie, è entrato nel giro della droga. Giorno dopo giorno
ha perso qualcosa. In famiglia è diventato la pecora nera. Quando lui
rientrava, se rientrava, l’aria cambiava. Ho capito che lui aveva più bisogno
degli altri delle mie cure, del mio affetto. Ho dovuto mettere in moto fantasia
e intelligenza per capire come e cosa fare. Una volta scomparve per diversi
giorni, e andai a cercarlo in un parco dove si raggruppano i tossicodipendenti.
Lo vedo seduto in un angolo con altri. Hanno davanti delle bottiglie. Quando mi
vede mi grida volgarmente di andar via. Resto ferma. Lui grida, poi lentamente
si calma. Si alza barcollando. Cade davanti a me. È distrutto. Lo aiuto ad
alzarsi. Altri, ragazze e ragazzi, mi aiutano a portarlo fino alla macchina. A
casa delira, piange. Accetta, dopo qualche giorno, di entrare in una comunità
terapeutica. Ora sta risalendo. Altre volte sono tornata in quel parco. E
sento per gli altri la stessa maternità. Con me viene sempre qualcun altro. Mio
figlio mi ha aperto gli occhi".
Pubblicato anche su: Vangelo del giorno, Città Nuova, dic. 2012
4 commenti:
Tanino, commenterei ogni pagina di questo blog, ma questa in particolare mi ha toccato nel profondo, come le vicende di Claudia. Perchè sono mamma e perchè sento in questo una profonda vocazione. e tutto va bene quando i figli son piccoli, ma poi ... molto cambia. e la sofferenza di un figlio credo sia fra i dolori più laceranti. Trovo doloroso e bello allo stesso tempo il racconto di Ester che abbraccio con tutta la forza e la solidarietà.
Spero, in cuore mio , di trovare sempre una forza e un amore grande come Ester ha saputo fare, quando ha "raccolto" il figlio fra le braccia ... che grande atto d'AMORE.
Grazie ESTER, davvero!
Ciao Tanino e un caro saluto a tutti.
Si, certe esperienze crude ed inaspettate dei propri figli ci spalancano un mondo altrimenti lontano e sconosciuto, che può averci magari sfiorato solo attraverso la televisione: ma entrarci dentro è come entrare in una piaga aperta, e restarci per anni ed anni è veramente scoprire altri e tanti figli, insieme ad altri e tanti genitori smarriti e schiantati come noi...Quel raccogliere il figlio tra le braccia mi ricorda un'altra Madre Desolata con il Figlio tra le braccia, sotto la Croce!
grazie tanino che pubblichi nel blog questi eventi così pieni di umanità.
giovanni
Tanino, sei un cercatore d'oro!!!
ciao,
Stefano
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