mercoledì 24 aprile 2013

Dipendenza da Dio



… Che tu sia sulla sabbia in ginocchio ad espiare, ad adorare o che tu sia sulla cattedra ad insegnare, che conta se non lo fai nella volontà di Dio?
E se la volontà di Dio ti spinge a cercare i poveri o a donare i tuoi averi o a partire per terre lontane, che conta tutto il resto?
O se ti chiama a fondare una famiglia, a prendere un impegno nella città terrena, perché dubitare?
E ‘n la sua volontade è nostra pace* dice Dante; ed è forse l’espressione più riassuntiva di tutta la nostra dolce dipendenza da Dio.
Carlo Carretto
Lettere dal deserto

*E nella sua volontà è la nostra pace

2 commenti:

Miglia Giallo ha detto...

Dipendenza.

Oggi che tag le cose la dipendenza è andare oltre.

Oltre ogni immagine c'è l'essere.

In ogni impresa c'è Dio.

L'amico.... è parte del mio tempo, questo e altro.

Il tempo è passare oltre.

Ho un solo amico sottolineato dalla porzione di porgere la ruota del tempo di questo struscio.


Gennaro

etivengoacercare ha detto...

Grazie Tanino di questo regalo di Carlo Carretto. In questo periodo sono a contatto con tante realtà di sofferenza da parte di persone vicine. Vorrei fare qualcosa di concreto, ma mi sento impotente.
Parlando con una signora, lei mi racconta di aver 'strappato' una grazia attraverso l'offerta della sua sofferenza.
Così mi sono detto: 'Lo faccio anch'io.
Poi si è affacciato nella mente un pensiero: 'Ma io ho scelto di fare la volontà di Dio.'
Questo mi ha fermato nella mia decisione.
Però il pensiero dell'offerta non mi lasciava in pace.
Durante la giornata di ieri si è illuminata nell'anima la coscienza di quanto è difficile fare la volontà di Dio in ogni momento.
Non è così scontato che io la compia ogni momento.
Questo è un vero martirio - mi dicevo - Mantenersi ogni momento, ogni minuto nella Sua Volontà.
Così ho desistito dal fare la mia offerta 'una tantum' e mi sono messo, con l'aiuto di Gesù e di Maria, a compiere la Sua Volontà 'una semper' .
E mi è tornata alla mente la frase di Chiara Luce Badano:"Bisogna saper morire a colpi di spillo per saper poi morire di spada".
Chè l'una è accettata, ma l'altra è più gradita.