Leggendo questo brano di Madre Teresa mi sono ancor meglio convinto che soltanto le persone "grandi" sanno riconoscere la grandezza dell'uomo, di ogni uomo.
«Signore amatissimo, fa’ ch’io possa vederti oggi e ogni giorno nella persona dei tuoi malati, e servirti curandoli. Se ti nascondi sotto la figura sgradevole del collerico, dello scontento, dell’arrogante, fa’ ch’io possa ancora riconoscerti e dire: “Gesù, mio paziente, quanto è dolce servirti”. Signore, dammi questa fede che vede chiaro, e allora il mio compito non sarà mai monotono, sempre la gioia zampillerà quando mi presterò ai capricci e risponderò ai desideri di tutti i poveri sofferenti...
O Dio, poiché sei Gesù il mio paziente, degnati anche di essere per me un Gesù che ha pazienza, indulgente con i miei errori e che tiene conto dell’intenzione, perché la mia intenzione è di amarti e di servirti nella persona di ogni tuo malato. Signore aumenta la mia fede (Lc 17,5), benedici i miei sforzi e il mio compito, ora e sempre».
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità,
Something Beautiful for God
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