Viene dunque tolto il fondamento a ogni teoria o prassi che introduca tra uomo e uomo, tra popolo e popolo, discriminazioni in ciò che riguarda la dignità umana e i diritti che ne promanano.
In conseguenza la Chiesa esecra, come contraria alla volontà di Cristo, qualsiasi discriminazione tra gli uomini e persecuzione perpetrata per motivi di razza e di colore, di condizione sociale o di religione. E quindi il sacro Concilio, seguendo le tracce dei santi apostoli Pietro e Paolo, ardentemente scongiura i cristiani che, « mantenendo tra le genti una condotta impeccabile » (1 Pt 2,12), “se è possibile - per quanto da loro dipende - stiano in pace con tutti gli uomini” (Rom 12,18), affinché siano realmente “figli del Padre che è nei cieli” (Mt 5,45).
Concilio Vaticano II
Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane « Nostra Aetate », § 5
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