lunedì 30 novembre 2015

2+2 non fa quattro

Un'amica ungherese mi racconta: 

"La direttrice del reparto, dove lavoravo come infermiera, era molto severa ed esigente non solo con il personale paramedico ma anche con i pazienti. Era solita ripetere che 2+2 fa 4.
Tante volte i malati chiedevano qualche spiegazione o chiarimenti su ciò che avveniva, su come sarebbero stati fatti gli esami e io cercavo di venire loro incontro per questo una volta mi ha rimproverato. Le dissi con fermezza che per me 2+2 non fa 4.
Poi ho cambiato ospedale e con la direttrice ci siamo incontrati 10 anni dopo. Mi confidò che aveva avuto tante traversie nella vita e che aveva capito che il mio modo di fare era giusto. Mi ha comunicato anche che a un suo libro sulla malattia e la cura aveva dato come titolo 2+2 non fa 4.

domenica 29 novembre 2015

Per conoscere Dio



«Chi vuole penetrare nel fondo di Dio,
in ciò che ha di più intimo,
deve prima penetrare nel fondo proprio,
in ciò che ha di più intimo,
giacché nessuno conosce Dio se prima non conosce se stesso.»


Meister Eckhart, dal Sermone Haec est vita aeterna

sabato 28 novembre 2015

Il vero amore

Il vero amore è amare e lasciarmi amare. E’ più difficile lasciarsi amare che amare. Per questo è tanto difficile arrivare all’amore perfetto di Dio, perché possiamo amarlo, ma la cosa importante è lasciarsi amare da Lui. Il vero amore è aprirsi a questo amore che ci precede e che ci provoca una sorpresa. Se voi avete solo tutta l’informazione siete chiusi alle sorprese; l’amore ti apre alle sorprese, l’amore è sempre una sorpresa perché presuppone un dialogo a due. Tra chi ama e chi è amato. E di Dio diciamo che è il Dio delle sorprese perché Lui ci ha amati per primo e ci aspetta con una sorpresa. Dio ci sorprende.. Lasciamoci sorprendere da Dio! E non abbiamo la psicologia del computer di credere di sapere tutto. Com’è questa cosa? Un attimo e il computer ti dà tutte le risposte, nessuna sorpresa. Nella sfida dell’amore Dio si manifesta con delle sorprese. Pensiamo a san Matteo: era un buon commerciante, in più tradiva la sua patria perché prendeva le tasse dei giudei per darle ai romani, era pieno di soldi e prendeva le tasse. Passa Gesù, lo guarda e gli dice: vieni! Quelli che stavano con Lui dicono: Chiama questo che è un traditore, un infame? E lui si attacca al denaro. Ma la sorpresa di essere amato lo vince e segue Gesù. Quella mattina quando aveva salutato sua moglie non avrebbe mai pensato che sarebbe tornato senza denaro e di fretta per dire a sua moglie di preparare un banchetto. Il banchetto per colui che lo aveva amato per primo. Che lo aveva sorpreso con qualcosa di più importante di tutti i soldi che aveva.
Lasciati sorprendere dall’amore di Dio! Non abbiate paura delle sorprese, che ti scuotono, ti mettono in crisi, ma ci mettono in cammino. Il vero amore ti spinge a spendere la vita anche a costo di rimanere a mani vuote. Pensiamo a san Francesco: lasciò tutto, morì con le mani vuote ma con il cuore pieno.

Dal discorso di papa Francesco ai giovani, Manila 18 gennaio 2015

venerdì 27 novembre 2015

Sono io il convento di Dio

Sembra facile. Ma cambiare casa, passare da un convento all’altro non è poi così semplice. Lasciare una comunità dove hai contribuito a costruire spirito di famiglia; andare lontano dall’ambiente in cui sei stimato e apprezzato; lasciare non solo i tuoi parenti, ma distaccarti anche dal papà ammalato; mettere in mano ad altri opere che stavi portando a termine…
Tutto questo mi ha messo in un mare di problemi; non ultimo e non il più piccolo, andare in un convento dove non sai cosa trovi e non conosci le persone con cui vivrai.
Inutilmente cerco di pensarci e risolvere con la ragione questo guazzabuglio; non risolvo nulla cercando e ammucchiando  argomenti umani.
Sto raccontando come alcuni anni fa ho avuto la grazia di vivere questa situazione.
Mi sono trovato a tu per tu con Chi ha in mano la mia vita. A Lui mi sono consegnato. A Lui chiedere informazioni e luce nel dilemma di un incrocio qualche volta troppo intricato.
Davanti al tabernacolo, tutto solo e al buio, attendo sempre più serenamente, una risposta. “Ma guarda – mi dico – cosa inventa Dio per avermi a quattrocchi”.
Davanti a me un foglietto appoggiato sul banco. E’ la Parola di vita: “Se uno mi ama, il Padre mio lo amerà; e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Allora, mi sono detto, è la Trinità che abita in me.
Paura di cambiare convento?! Ma…perché?!... se sono le tre divine persone interessate a me e vengono a fare convento in me e con me? E’ Dio il mio convento, sono io il convento di Dio.
Alla prima occasione, ho raccontato agli amici questa luce; mi hanno ringraziato perché ci siamo aiutati a vivere la libertà dell’obbedienza che può chiamarci a fare convento in ogni punto della terra vivendo in comunione.

p. Andrea Panont


Roma, 22 Novembre 2015 (ZENIT.org) Padre Andrea Panont | 128 hits

giovedì 26 novembre 2015

L'amore può essere uno scontro






«L’amore può essere anche uno scontro nel quale due esseri umani prendono coscienza che dovrebbero appartenersi, malgrado la mancanza di stati d’animo, e di sensazioni comuni.
Ecco uno di quei processi che saldano l’universo, uniscono le cose divise, arricchiscono quelle grette e dilatano quelle anguste».

Da La bottega dell’orefice
di Karol Wojtyla (futuro san Giovanni Paolo II)