venerdì 13 novembre 2015

Quale dolce mela

Mentre passeggiavo fui colpito dal rosso di un'ultima mela. 
Mi sono ricordato delle traduzioni dal greco alle lezioni del prof. Macaluso 
quando frequentavo il liceo classico "Empedocle" di Agrigento.
Questa poesia di Saffo illustra la foto.


Alta sul più alto ramo 
rosseggia una mela;
 la dimenticarono i coglitori?
no, non fu dimenticata: 
non sono arrivati a prenderla.

(Frammento 105 a)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Con la poesia puoi dire tutto e lo sa leggere chi ha occhi e soprattutto cuore.
Ti mando una preghiera di John Donne, un 'accorata invocazione a essere amato da Dio.
Ciao, Stefania

Sfasciami il cuore, Dio in tre persone, perché tu finora e solo
bussi, illumini e cerchi di guarirmi
affinché io possa alzarmi, e restare in piedi, buttami giù e piega
la tua forza per irrompere, colpire, bruciare e così rinnovarmi.
Io, come città usurpata, ad altri venduta,
mi sforzo di farti entrare, ma è tutto vano,
se la ragione che regna al posto tuo, invece di difendermi
mi rende schiavo, e debole si rivela, e sleale.
Ancora fervidamente io t’amo, e vorrei essere amato,
ma sono sposo promesso al tuo nemico:
divorziami da lui, sciogli, o rompi ancora quel patto;
portami a te, imprigionami, ché
se non mi rendi schiavo, mai sarò libero,
né sarò casto, se tu non mi violenti.