martedì 10 novembre 2015

C'è più gioia nel dare

Mi scrive Renzo a commento della frase di Tagore “Mi rimane quello che dono":                 
… non è la prima volta che scrivi questo concetto, in forma diverse, ma sostanzialmente identico.
Non so se capisco bene, ma ho l'impressione che si tratti di un principio buonista e lontano dalla realtà.
Cosa mi dici?

A Renzo reagiscono C, con la sua riflessione:

E' lunedì, e il commento di Renzo mi suggerisce di condividere una lettura di ieri e la conseguente riflessione:

"Le persone per le quali è più l'amore che hanno dato che l'amore che hanno ricevuto, sono persone che vivendo donano vita; sono persone che perseguono la strada dell'essere, con cuore fedele, persone che hanno scelto di non percorrere la strada del curarsi prima di tutto delle proprie esigenze(della propria famiglia e delle altre aggregazioni a cui si appartiene)
sono persone che vivono senza percorrere la strada dell'avere (potere, denaro, comodità, favori, riconoscimenti).

E poichè la strada dell'"essere" è più profonda di quella della vita e della morte, queste sono le persone più vulnerabili (vengono ferite ma non feriscono, sono piene di ferite che non guariscono, nessun altro gliele cura, loro occupandosi degli altri non se ne occupano, è naturale per loro accorgersi dei bisogni degli altri e fare ciò che è necessario)."

Questi pensieri sono liberamente ispirati dalla lettura di Ursula Le Guin, scrittrice fantasy e di fantascienza, e, riprendendo la riflessione di Renzo, vorrei dire che li sento dolorosamente vicini alla realtà e lontani dal buonismo.

C. 

Ed anche Valerio:
altro che buonismo caro Renzo. l'apostolo Giovanni nella prima lettera scrive:" chi non ama non conosce Dio, perchè Dio è amore" . Ne consegue che se l'essere di Dio è Amore ciò che non è amore NON E', NON RIMANE perchè incompatibile con l'Essere. "Amo dunque sono" diceva Mounier. Precedentemente sant'Agostino sentenziava "il mio peso (la mia sostanza) è solo l'amore" . 
GRAZIE Tanino per ricordarci ciò che rimane nel dipanarsi dei nostri giorni. 

E a Renzo Gennaro dice:

io lo trovo utile questo aforisma. E' molto bello trovarsi ad avere qualcosa con quello che si è donato. Gratuitamente dare come gratuitamente abbiamo ricevuto da Dio. Avere da donare, è riconoscere che abbiamo un'anima, e stiamo arricchendo la nostra amicizia. Chi può dare,...dia!
C'è bisogno di donare.
Gennaro 

Ciao Renzo!
Posso dirti che più che di un concetto si tratta di un’esperienza da fare, da vivere.
Un’amica, l’altro ieri mi raccontava che tornando dal lavoro molto stanca (era il primo lavoro dopo gli studi) avrebbe avuto bisogno di tranquillità e di riposo.
Il fratello minore, amante della musica, teneva sempre alti gli altoparlanti e tutto l’appartamento rimbombava di musica. C’era tensione e insofferenza.
Un giorno lei, piuttosto che continuare a sgridarlo, come aveva sempre fatto, senza risultati, decise di cambiare registro e di mettersi a sua disposizione. Siccome il fratello era debole in matematica gli disse che era disposta a dargli una mano. Lo studio della matematica divenne occasione di comunione e dialogo. Iniziò e divenne sempre più forte il rispetto reciproco.
“Ora, tra tutti i miei fratelli, è quello a cui sono più legata, e anche se lontani, siamo in continuo contatto” mi diceva lei.
Auguri, Renzo!
Tanino


1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie, non immaginavo tale eco alla mia semplice considerazione!
ringrazio tutti.
con stima,
Renzo