sabato 21 marzo 2020

Carissimi amici - TORNA LA PRIMAVERA


Carissimi amici, 
la situazione creatasi con la pandemia ha sconvolto alcuni punti “fermi” della nostra esistenza che pensavamo giusti, necessari, stabili. Anche io, in viaggio in un paese dell’Europa-est, sono rimasto bloccato senza poter rientrare nella mia sede. Quante cose mi sono accorto che pensavo necessarie ed ora non ci sono!  
In queste ultime settimane ho ricevuto così tanti messaggi, video, consigli come mai prima. Si è scatenata la fantasia, il sapore della novità… ma anche la paura, l’angoscia. Il domani non ha un volto prevedibile. 
Mi sono meravigliato di quanto aiuto siano i cellulari e tutti i media che ci avvicinano anche se siamo distanti. Una rete insospettata di amici è tornata a farsi sentire. Nel blog le visite si sono quadruplicate e tanti mi scrivono chiedendo consigli o parere sulla situazione. 
La mia vita si muove su un sentiero che, per semplicità, definisco aperto al Mistero, con la “m” maiuscola. Non è fatalismo ma consapevolezza che tutto ciò che so e che vedo non può esaurire la mia conoscenza e determinare il mio passo. 
Ricordo che quando c’è stato il terremoto in Umbria, nell’autunno del 1997, seguivo i telegiornali e sentivo la rabbia di chi accusava lo Stato, le Istituzioni, i sismologi che avrebbero dovuto “prevedere”. Tutto finiva in politica. 
Certo i giornalisti fanno il loro mestiere e devono appoggiare alcune reazioni omettendone altre. Ma ricordo anche che in un campo di prefabbricati ha parlato anche una vecchietta che, più che rassegnata, aveva accettato in altro modo, o da altre mani, quello che era successo. Una vecchietta! Che valore può avere una vecchietta che non bestemmia contro lo Stato? È la saggezza di chi ha vissuto e conosce la vita e i limiti dell’uomo. 
Ecco, mi appello a un altro modo di vivere la novità.
Carlo Carretto raccontava un’esperienza vissuta nel deserto. Aveva lasciato la sua cultura, la sua patria, le amicizie… si era messo sul sentiero di Dio sulle orme di Charles de Foucauld. Ma ciò che dovette perdere non fu soltanto tutto ciò che aveva costituito la sua vita, ma la stessa idea che si era fatta di Dio. E arrivò alla conclusione che di Dio non possiamo farci immagini perché Lui è “continua novità”. Ciò che già sappiamo di Lui ci può impedire di incontralo perché può diventare un idolo.
La scrittrice tedesca Gertrud von Le Fort, chiarisce che non siamo noi a farci strada verso Dio, ma è Dio che si fa strada verso di noi.
Allora tutti i fatti della nostra giornata, gli eventi, gli incontri… possono essere visti come passi di Dio verso di noi. 
Un grande grazie e saluto,
                                            Tanino

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco una parola vera.
Grazie e buona "primavera"!
Ludovico

Anonimo ha detto...

Grazie Tanino,
sì, sono i passi di Dio da riconoscere.
Questa pandemia ci ha messi in ginocchio.
Quello che sappiamo non ci basta, non risolve i nostri problemi.
Come tu dici bisogna aprirsi al Mistero.
Dio ti benedica,
Loredana

Anonimo ha detto...

Grazie Ludovico, hai detto la parola giusta a quello che scrive Tanino.
È una parola vera!
Sono entusiasta di queste parole così vere.
Ringrazio Tanino che ha il coraggio di parlare secondo quello che ha in cuore.
Saluto tutti.
Giulio

Anonimo ha detto...

assieme agli altri: GRAZIE!
Gemma e Carlo