In questi giorni di forti restrizioni a causa della pandemia causata dal coronavirus, anche per me che mi trovo fuori della mia sede attuale, non posso rientrare se non a condizione di mettere in quarantena quanti abitano con me.
Una situazione imprevedibile ma comprensibile.
Oggi, che ricorre l'anniversario della morte di Chiara Lubich (12 anni fa), un'analogia mi fa capire come lei abbia vissuto i giorni della guerra: tutto crollava e cosa rimaneva? La risposta profetica e sempre attuale: Solo Dio non crolla. "Allora facciamo di Dio il nostro ideale".
Fu una scelta esistenziale, una risistemazione dell'ordine dei valori.
Quell'onda è partita come stile di vita, come modo d'essere.
Non si è trattato di un fenomeno "religioso" ma di un evento nella vita dell'umanità. E, cosa meravigliosa, un nuovo modo di capire le parole di Gesù, l'uomo di Nazareth, il profeta che ha liberato l'uomo da ogni schiavitù, colui che ha ridato la primigenia dignità alla creatura fatta a immagine di Dio.
Siamo sulla strada, ma le luci che illuminano il cammino non mancano.
Un grande saluto a tutti,
Tanino
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