martedì 10 settembre 2013

Agire per il bene dell’altro



Con i colleghi ci chiediamo come comportarci con il nostro capo, il professore che dirige la cattedra, che da un certo tempo ha cominciato a scriverci delle note di rimprovero protocollari. Dopo varie proposte vengo incaricato per far arrivare la nostra denuncia al rettore.
Mi trovai tra l’incudine e il martello: volevo aiutare i colleghi e mi dispiaceva agire contro il capo.
Ho chiesto aiuto a Dio. Dopo qualche ora ricevo da un’amica un regalo. Senza pensarci due volte, vado a mettere quel dono sulla scrivania del capo, che quando arriva mi fa chiamare. Dico che avvicinandosi Natale mi sembra logico sottolineare che è festa e che siamo una famiglia. Lui resta in silenzio. Ne approfitto per dirgli che quelle lettere che ci scrive hanno creato tra i colleghi un grande scoraggiamento.
Lui mi spiega che lo fa per zelo, ma “se questo rovina i nostri rapporti, non scriverò più queste note di rimprovero”.
Nella nostra cattedra tornò la pace e la gioia di lavorare insieme. Quando i colleghi mi chiesero cosa fosse avvenuto, non seppi spiegare come la ricerca del bene dell’altro produca sempre un piccolo miracolo.

(Ho pubblicato questo fatto che ho vissuto in Ungheria, nel Vangelo del giorno, Città Nuova Roma, dicembre 2012, pag 87)

1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie, Tanino!
Gianna M.