Quando quelli che amiamo
ci chiedono qualcosa,
noi li ringraziamo di
avercelo chiesto.
Se a te piacesse,
Signore, chiederci una sola cosa
in tutta la nostra vita,
noi ne rimarremmo
meravigliati
e l'aver compiuto questa
sola volta la tua volontà
sarebbe «l'avvenimento»
dei nostro destino.
Ma poiché ogni giorno
ogni ora ogni minuto
tu metti nelle nostre
mani tanto onore,
noi lo troviamo così
naturale da esserne stanchi,
da esserne annoiati.
Tuttavia, se
comprendessimo quanto inscrutabile è il tuo mistero,
noi rimarremmo
stupefatti
di poter captare queste
scintille del tuo volere
che sono i nostri
microscopici doveri.
Noi saremmo abbagliati
nel conoscere,
in questa tenebra
immensa che ci avvolge,
le innumerevoli
precise
personali
luci delle tue volontà.
Il giorno che noi
comprendessimo questo
andremmo nella vita come
profeti,
come veggenti delle tue
piccole provvidenze,
come mediatori dei tuoi
interventi.
Nulla sarebbe mediocre,
perché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe troppo
pesante, perché tutto avrebbe radice in te.
Nulla sarebbe triste,
perché tutto sarebbe voluto da te.
Nulla sarebbe tedioso,
perché tutto sarebbe amore di te.
Noi siamo tutti dei
predestinati all'estasi,
tutti chiamati a uscire
dai nostri poveri programmi
per approdare, di ora in
ora, ai tuoi piani.
Noi non siamo mai dei
miserabili lasciati a far numero,
ma dei felici eletti,
chiamati a sapere ciò
che vuoi fare,
chiamati a sapere ciò
che attendi, istante per istante, da noi.
Persone che ti sono un
poco necessarie,
persone i cui gesti ti
mancherebbero,
se rifiutassero di
farli.
Il gomitolo di cotone
per rammendare, la lettera da scrivere,
il bambino da alzare, il
marito da rasserenare,
la porta da aprire, il
microfono da staccare,
l'emicrania da
sopportare:
altrettanti trampolini
per l'estasi,
altrettanti ponti per
passare dalla nostra povertà,
dalla nostra cattiva
volontà
alla riva serena dei tuo
beneplacito.
Madeleine Delbrel
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