Stavo svolgendo un tema sull’importanza e la necessità della
solidarietà fraterna. L’ambiente che ospitava la serie di conferenze è al
centro-città ed è aperto al pubblico.
Mentre parlavo, eravamo al cuore dell’argomento, è entrato
un uomo sulla quarantina, che con fare discreto si sedette nelle ultime file,
uno dei posti liberi accanto ad altri dove qualcuno aveva lasciato il suo
cappotto.
Poi mi sono accorto che quell’uomo, preso il cellulare, si
allontanò improvvisamente dalla sala.
A fine conferenza mentre ci salutavamo, uno dei presenti
fece notare che erano spariti i suoi documenti e il portafoglio.
Momento di sgomento e di profondo turbamento.
Non ebbi dubbi: quel tipo aveva fatto il “suo lavoro”.
La cosa peggiore era che quel fatto sembrava cancellasse ogni
buon proposito maturato nella serata.
In un cerchio di gente ancora rimasta accanto ad defraudato
abbiamo continuato a discutere se si può accogliere ed essere solidali con uno
che ti fa del male. Ho visto quanto fosse difficile.
Il giorno dopo, d’accordo con i gestori del centro, mi sono
appostato in attesa.
Infatti non molto tempo passò che entrò l’atteso ospite con
un comportamento discreto. Vestito con abiti casual ma eleganti.
Lo raggiunsi subito chiedendogli cosa desiderasse. Ha
riconosciuto che ero io che la sera precedente tenevo la conferenza. Tentò di
fuggire ma le porte erano chiuse e già qualcun altro stava aiutandomi a
trattenerlo.
Ci sedemmo in una stanza. Il tipo scoppiò in pianto. Spiegò
subito che aveva bisogno di soldi per comprare la dose necessaria di droga. Ci
confidò che aveva messo i documenti nella buca delle lettere di un palazzo
vicino, ma dei soldi non sapeva come restituirli. Aveva un braccialetto e un
anello d’oro. Ce li consegnò sperando che fossero sufficienti a pagare il
danno: “Sono l’unico ricordo di mia madre che ho fatto morire di crepacuore”.
La persona a cui il tipo aveva rubato documenti e soldi è un
medico. Gli telefonai per dirgli dove cercare i documenti e gli parlai del "ladro". Il medico venne di corsa e si interessò all’uomo dicendogli che
avrebbe potuto aiutarlo, se voleva, a uscire dalla dipendenza.
In quella stanza l’aria divenne incandescente. Ho visto un volto
passare dal terrore alla speranza. Il braccialetto e l’anello gli furono
restituiti perché restasse viva la “presenza” della madre.
6 commenti:
esperienza da ... "giornatona"! :-DDD
cestina pure il mio commento, Ciccia.
Grazie davvero Tanino, e buona giornata a te! Con affetto Annamaria
Tanino,
ecco la tua arma potente: quando racconti le storie che vivi sei travolgente.
Io mi metterei a organizzare serate di ascolto sui tetti delle case e tu che racconti da qualche terrazza le tue storie...
Copriresti le case e soprattutto i cuori con un velo tenero di speranza. E sarebbe la guarigione di molti.
Mentre leggevo la storia che racconti mille reazioni agivano in me: rabbia, bisogno di vendetta, giustizia, punizione... due bei schiaffoni.
Da te non traspare nessun giudizio, racconti i fatti accaduti.
E dici perfino che quell'uomo era elegante.
Il Papa aprirà l'anno della misericordia.
Metti questa esperienza tra le azioni della Chiesa che vive il Vangelo.
Ciao,
Federico
Grazie signor Tanino!
L'arcobaleno che appare tra le nubi pesanti è come il racconto: speranza oltre il male che distrugge la vita di molti.
La madre morta di crepacuore ora viene aiutata da altri "madri".
La ringrazio per questa storia avvincente e umana.
Annalisa F.
avrei una domanda: cosa vuol dire che il Papa aprirà l'anno della misericordia?
Gianni M.
Grazie a ciascuno per il commento.
Solo una precisazione riguardo all' anno della Misericordia. Ne parlerò in prima pagina con le stesse parole del Papa.
Sarà un Giubileo straordinario come è stato quello del 2000.
Sarà incentrato sulla Misericordia di Dio.
Papa Francesco non poteva mettere a fuoco altro volto di Dio perché tutto il suo pontificato, i suoi gesti, la sua tenerezza, la sua lucida forza di perdonare è l'esempio più evidente della Misericordia.
Ecco, Gianni, penso che sia chiaro. Ti rimando al post che pubblicherò su questo evento. Ciao, Tanino
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