Sì, Giovanni, anche questo. Ma per me in questa frase si concentra il senso della fede: stare davanti al mistero. Saper stare davanti al mistero: senza impossessarsene, senza volerlo possedere e farlo proprio, come un potere acquisito. Questa è la bellezza della verità che crea un rapporto, un ponte tra infinito e tempo, tra assoluto e contingente. Grazie, Tanino
Possiamo solo bere da questa fonte inestinguibile, che placa la sete e invoglia ad attingere per sempre da questa purezza! Come non invogliare altri a gustare questa delizia?! La GIOIA condivisa...si moltiplica! Non c'è quella noia che pensa qualcuno nella vita eterna, ma il saziarsi di tutta la fame che si è sviluppata con l'antipasto, il preludio - come l'avevi poeticamente definita tu questa vita.
Leggo e mi sovviene subito la frase tanto esplicativa di Pietro in Giovanni6, quando comincia a rispondere a Gesù dicendo:
"Signore da chi andremo? Solo Tu hai parole di vita eterna!"
E subito aggiunge la più chiara spiegazione della via da seguire (ed è facile che passi inosservata) soltanto invertendo due verbi:
"Noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio!"
Così, come anche nel più piccolo contesto umano,dove la conoscenza è aprirsi con fiducia, stima e interesse benevolente all'altro, la conoscenza di Dio (se così si può chiamare con limitati termini umani) è solo l'immenso dono che Lui offre alla grande a chi, sospinto dalla sete di pienezza e di amore, si spinge avanti, come un esploratore, anche oltre il possibile, fidandosi fino in fondo che non esista qui nulla che sia limitato a ciò che si tocca e che si vede.
4 commenti:
....certo che da queste parole di Agostino viene da pensare che
l' umiltà viene proprio da Dio.
Grazie Tanino.
Giovanni
Sì, Giovanni, anche questo. Ma per me in questa frase si concentra il senso della fede: stare davanti al mistero. Saper stare davanti al mistero: senza impossessarsene, senza volerlo possedere e farlo proprio, come un potere acquisito.
Questa è la bellezza della verità che crea un rapporto, un ponte tra infinito e tempo, tra assoluto e contingente.
Grazie, Tanino
Possiamo solo bere da questa fonte inestinguibile, che placa la sete e invoglia ad attingere per sempre da questa purezza! Come non invogliare altri a gustare questa delizia?! La GIOIA condivisa...si moltiplica! Non c'è quella noia che pensa qualcuno nella vita eterna, ma il saziarsi di tutta la fame che si è sviluppata con l'antipasto, il preludio - come l'avevi poeticamente definita tu questa vita.
Leggo e mi sovviene subito la frase tanto esplicativa di Pietro in Giovanni6, quando comincia a rispondere a Gesù dicendo:
"Signore da chi andremo? Solo Tu hai parole di vita eterna!"
E subito aggiunge la più chiara spiegazione della via da seguire (ed è facile che passi inosservata) soltanto invertendo due verbi:
"Noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio!"
Così, come anche nel più piccolo contesto umano,dove la conoscenza è aprirsi con fiducia, stima e interesse benevolente all'altro, la conoscenza di Dio (se così si può chiamare con limitati termini umani) è solo l'immenso dono che Lui offre alla grande a chi, sospinto dalla sete di pienezza e di amore, si spinge avanti, come un esploratore, anche oltre il possibile, fidandosi fino in fondo che non esista qui nulla che sia limitato a ciò che si tocca e che si vede.
Luisa
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