lunedì 30 gennaio 2012

Lavoravo come traduttore

Quando ero in Ungheria, durante il comunismo, uno dei lavori che ho fatto, prima di insegnare all’università, è stato quello di traduttore dall’ungherese in italiano. Uno dei primi testi che mi è stato chiesto di tradurre era di un’alta personalità ecclesiastica. Elogiava il comunismo e tutto il bene che faceva alle famiglie. Era un testo breve, ma abbastanza pesante per farmi capire che la vera lingua che avrei dovuto perfezionare non era l’ungherese, già di per sé difficile, ma la lingua della diplomazia.
Mi sono trovato poi davanti ad un testo, stavolta si trattava di una guida turistica, dove avrei cambiato ogni frase celebrativa. Ma non era questo il mio compito. L’unica cosa che ho chiesto all’editrice è stata di non mettere, nel libro stampato, il mio nome. Mi sembrò una conquista, ma la terra tremava sotti i miei piedi.
Così con un altro testo. Mentre lavoravo avevo l’impressione di sentire dietro le mie spalle il respiro affannato dell’autore costretto a rivolgersi a un certo pubblico dal quale attendeva il plauso. Immaginavo la sua educazione, l’ideologia ben inculcata, la sua visione del mondo, gli errori, le incongruenze, le sue paure, la droga dell’ambizione, la speranza, la rabbia… la disperazione.
Più che con altri lavori quella traduzione significò per me leggere tra le righe, scoprire dentro le parole la vita dell’autore. Mi trovavo davanti ad un eccesso ideologico.
E non potevo meravigliarmi. Mi venne in mente allora che anche l’Italia di eccessi ne conosce. Ai tempi della contestazione c’è stata un’insegnante in Abruzzo che proponeva di vietare nelle scuole superiori l’insegnamento de “ La Divina Commedia” di Dante.
Saper guardare il presente con la dimensione della storia è un mestiere difficile.

Foto mia:il peso delle parole

2 commenti:

Giovanna Maria ha detto...

Adesso lavori per noi: non è da tutti saper leggere tra le righe, abbiamo bisogno di un traduttore! Buona giornata :)

Anonimo ha detto...

Grazie Tanino,
non riesco a immaginare cosa significhi il comunismo, vivo in un'altra era, ma penso che ogni ideologia che non tiene conto della persona sia un "ismo" da debellare. Purtroppo, le esagerazioni, come l'insegnante dell'Abruzzo che citi, sono sempre gente semplice che fa corollario a qualche idea folle: é l'eterna storia del farsi vedere, dell'essere protagonisti. E oggi pur di apparire in TV si farebbe qualsiasi cosa... altro eccesso. un altro ismo: protagonISMO folle. Ciao, Tanino, congratulazioni per il blog. Lo visito quando posso, spesso. Ringrazio i tuoi consiglieri, perchè vedo che tieni conto di ogni consiglio. Stavolta non ho niente da "consigliarti" perchè il blog mi lascia senza parole. Comunque GRAZIE,
Piero