giovedì 31 gennaio 2013

Quel pezzetto d'eternità che ci portiamo dentro




Etty Hillesum, Middelburg, 15 gennaio 1914 – Auschwitz, 30 novembre 1943, olandese di origine ebraica, scriveva nel suo diario, il 20 giugno 1942, mentre l’Olanda era occupata dai nazisti:


"Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. E' l'unica soluzione possibile. E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto d'eternità che ci portiamo dentro può esser espresso in una parola come in dieci volumi. Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell'anno del Signore 1942, l'ennesimo anno di guerra."

La foto: L'ho fatta a Devin, vicino Bratislava. E'un cuore costruito con il filo spinato che divideva Berlino. Ogni filo spinato ferisce l'uomo e la sua dignità...

mercoledì 30 gennaio 2013

Mio padre è tornato


Mi telefona da Milano un amico che mi comunica: 
"Dopo 12 anni mio padre, che era andato via con un’altra donna, ha telefonato dicendo a mia madre che tornava a casa. Ci siamo ritrovati una domenica tutti i figli e abbiamo fatto una grande festa. Guardavo mia madre di una felicità che non so descrivere. La vedevo come la madre di mio padre. Una donna eccezionale che durante questi tristi anni non ha mai permesso che noi quattro figli parlassimo male di papà. Anzi lei ci diceva che forse la colpa era stata sua. Si era troppo occupata dei figli.

Siamo grati di questo calvario percorso insieme, perché ci ha uniti e ci ha fatto scoprire valori che non avremmo scoperto se non ci fosse stata la radice  di un così grande dolore.

Per me è stata una scuola vedere con quale abnegazione mia madre è rimasta fedele a mio padre. In questa atmosfera di amore provato è maturata la mia vocazione religiosa.

Quando ciascuno di noi ha espresso come aveva vissuto questo lungo periodo, io ho detto che siamo tutti cresciuti per arrivare ad un amore più grande. Mio padre mi abbracciò piangendo".   


Ho pubblicato questo fatto anche su "Vangelo del giorno" Città Nuova, gennaio 2013



martedì 29 gennaio 2013

Edith Stein



Chi sei, Luce,
che ricolmi il mio essere
e rischiari l’oscurità del mio cuore?
 

Mi conduci per mano
come madre
e non mi abbandoni,
altrimenti non saprei muovere
più nemmeno un passo.
Tu sei lo spazio
che circonda il mio essere
e lo prende con sé.
Se si allontanasse da te,
precipiterebbe nell’abisso del nulla,
dal quale tu
lo elevi all’essere.
Tu, più vicino a me
di me stessa
e più intimo
del mio stesso intimo
eppure inafferrabile
e inconcepibile,
incontenibile in un nome:
Spirito Santo-Amore Eterno.


Edith Stein
Santa Teresa Benedetta della Croce


Edith Stein nacque a Breslavia - allora Germania, oggi la città polacca di Wroclav - il 12 ottobre 1891,
fu uccisa in una camera a gas al campo di Auschwitz, la domenica 9 agosto 1942, e poi bruciata in un forno crematorio.
Santa Teresa Benedetta della Croce è stata canonizzata da Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998