domenica 25 maggio 2014

Il papavero


E' un fiore fragile eppure ho sempre l'impressione che tutta la sua forza stia proprio nella fragilità. 
Ne ho parlato altre volte, ho detto che è un fiore che non si compra e non si vende... per me è un dono stupefacente, mai vecchio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche per me è sempre stato un fiore stupefacente, Tanino, ma mai, mai avrei pensato di collegarlo alla mia fragilità. Vuoi forse dire che anch'essa può dare gloria a Dio?...

Tanino Minuta ha detto...

Penso che la gloria a Dio non è data soltanto dalla fragilità, ma di come questa fragilità si "rivolge" a Dio.
Ogni cosa, anche la più umile, se sa stare al suo posto e non vuole prendere un posto non suo, è in relazione a tutto il resto.Se non sa stare al suo posto è un elemento stonato... resta fuori gioco.
Auguri!
Tanino

Anonimo ha detto...

Anche per me, e da sempre, vedere all'improvviso tra fine aprile e maggio una distesa di grano dalle spighe ancora giallo pallido punteggiate di un rosso geranio forte che si addice proprio al colore delle spighe, oppure scorgere passando in macchina ai bordi polverosi delle strade questo gioioso saluto, mi riempie di allegria e di gratitudine.

Del resto, amo i fiori spontanei più di tutti gli altri: i papaveri, gli anemoni, i botton d'oro, l'erica selvatica, le fresie di campo, le prime margheritine...tutti, anche se hanno vita breve, mi paiono una pioggia di colori, il dono di Dio per il risveglio della natura!

Grazie.
Luisa