martedì 30 giugno 2015

La fine è l'inizio



Dietrich Bonhoeffer, l’8 aprile 1945, 
– giorno prima della sua impiccagione – 
affida a un compagno di prigionia un messaggio 
per l’amico George Bell, 
vescovo anglicano di Chichester:


«Ditegli che questa è la fine per me, ma anche l’inizio. 
Insieme a lui credo nel principio della nostra fratellanza universale cristiana 
che si eleva al di sopra di ogni interesse nazionale e credo che la nostra vittoria è certa...».

lunedì 29 giugno 2015

Seminario estivo

Partecipavo a un seminario estivo a Bratislava assieme ad altri 250 slavisti di varie parti del mondo. Una coppia di amici, per una banalità, iniziò un litigio con rancori e accuse che avvelenarono l’aria creando due gruppi uno contro l’altro.

Cercai di parlare con ciascuno di loro, ma invano. Con un’amica decidemmo di fare del tutto per risolvere la situazione. Durante una cena offerta dall’Università, mi accorsi che i posti erano segnati con i nostri nomi. Con uno stratagemma riuscii a mettere vicini i due ex. Quando si trovarono vicini, dopo una stupita rabbia, ci fu una grande risata. E l’amica scattò il primo applauso seguito da tutti.

Foto di Maurizio Mosconi

domenica 28 giugno 2015

Papa Francesco sulla famiglia




 "… quando l'uomo e la donna sono diventati una sola carne tutte le ferite e tutti gli abbandoni del papà e della mamma incidono nella carne viva dei figli".




Papa Francesco, udienza generale 24 giugno 2015

sabato 27 giugno 2015

Ancora Benigni

Mi scrive Ettore al precedente post:

"Tanino, che meraviglia di definizione dei sogni!
Anzi direi della VITA!
Benigni è un poeta, un mistico, un'anima vicina alla verità, quindi ad ogni uomo.
Ti propongo una forte frase:

"Nelle fiabe non si insegna ai bambini che esistono i draghi, quello lo sanno già... Si insegna ai bambini che i draghi si possono sconfiggere. Ed è quello che fanno scrittori come Saviano. Non dicono che la mafia c'è, ma dicono che la mafia può essere sconfitta". 

Ciao,
Ettore M.

giovedì 25 giugno 2015

Silvano Fausti

E' morto ieri, 24 giugno 2015, il gesuita padre Silvano Fausti, noto biblista.
Riporto lo stralcio da un suo libro.

La croce presenta un Dio condannato alla nostra stessa pena! (...) 
È un Dio debole e compassionevole. Non è il dio sapiente che ha infiniti espedienti per cavarsela sempre; è un dio stupido, finito qui con noi. 
Non è il dio giudice, che condanna dalla croce i malfattori, è un dio giudicato e condannato dai giusti, con i malfattori. 
Ha la debolezza e la stupidità proprio della potenza e della sapienza dell'amore, che si fa solidale con l'amato. 
La "sua " croce, e non altro, è il "suo giudizio".
Chi è lui, che è qui con me? Se fosse come gli altri, sarebbe altrove. Ma lui si perde per noi, solidale con un amore più grande della vita e della morte! 
Come è possibile che si lasci condannare alla nostra stessa situazione di dannati? 
Per farsi nostro fratello fino a questo punto, deve essere il Figlio, infinitamente amato, di un Padre comune che è infinito amore per tutti i suoi figli. 



da L'idiozia. Debolezza di Dio e salvezza dell'uomo. Ancora, Milano, 1999