Cristina, vedova da qualche anno, non si è fermata a tutte le difficoltà
sorte dopo la morte del marito, ma anzi continua con più impegno a interessarsi
degli altri. Nel posto dove lavora ha una collega, anche lei vedova, che per il
suo modo di fare si è resa antipatica a tutti. Cristina un giorno vedendola
particolarmente pallida le ha chiesto se c’era qualche problema. La collega ha risposto
evasivamente che non stava bene e che prendeva molte medicine. Cristina allora ha
cominciato a preparare per lei ogni settimana bottiglie di succo di rapa rossa,
o di carote. La collega, sorpresa dell’attenzione di Cristina, le disse: “Penso
che la tua forza di andare verso gli altri sia un dono che ti viene da Dio. Dopo
la morte di mio marito mi sono soltanto nutrita di rabbia e di dolore. Questa è
la mia vera malattia”.
sabato 30 aprile 2016
venerdì 29 aprile 2016
La mistica dell'azione: Santa Caterina da Siena
Le condizioni
d'Italia e dell'Europa non erano felici, quando venne alla luce in Siena, nel
1347, la piccola Caterina. Già si profilava all'orizzonte la tristemente famosa
«peste nera», che l'anno dopo infierì dovunque e seminò la desolazione e la
morte in ogni paese e quasi in ogni famiglia. Altri mali funestavano il mondo
civile, come le guerre, particolarmente quella dei cento anni tra Francia e
Inghilterra, e le incursioni delle compagnie di ventura. Nel mondo religioso
tutto quel secolo è riempito, per tre quarti, dal soggiorno dei Papi in
Avignone, e poi dal grande scisma d'occidente, che si prolungò fino al 1417.
Figlia di un tintore di panni, penultima di 25 nati, Caterina prese molto
presto coscienza dei bisogni del mondo e, attratta dall'ideale apostolico
domenicano, volle entrare nelle file del terz'ordine o, come allora si diceva
in Siena, tra «le mantellate», le quali, pur non essendo suore né vivendo in
comunità, portavano l'abito bianco e il mantello nero dell'ordine dei
predicatori...
Le si raggruppava poi
intorno una varia accolta di discepoli d'ogni ceto, attratti dalla sua pura
fede e dalla schietta accoglienza della parola di Dio, senza mezzi termini e
senza compromessi... Il progresso spirituale culminò con lo sposalizio nella
fede, che poteva sembrare il sigillo di una vita votata all'isolamento e alla
contemplazione. Invece il Signore, nel darle l'anello invisibile, intendeva
unirla a sé nelle imprese del suo regno. La popolana ventenne vedeva ciò in
termini di separazione dallo Sposo celeste, ma egli invece la rassicurava che
intendeva stringerla di più a sé «mediante la carità del prossimo», cioè
contemporaneamente sul piano della mistica interiore e su quello dell'azione
esteriore o della «mistica sociale», com'è stato detto...
Passò dalla
conversione di singoli peccatori alla riconciliazione tra persone o famiglie
avversarie; alla rappacificazione fra città e repubbliche... L'impulso del
maestro divino svelò in lei come un'umanità d'accrescimento. Per lei, figlia
d'artigiani e donna senza lettere, cioè senza scuola né istruzione, la visione
del mondo e dei suoi problemi superò enormemente i limiti del suo quartiere,
fino a progettare la sua azione in termini mondiali.
San Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera apostolica
per il 6° centenario del transito di Santa Caterina da Siena, 29/04/1980 ( ©
Libreria Editrice Vaticana)
giovedì 28 aprile 2016
Ma tu stai alla mia porta
Ma se
io, Signore,
tendo
l'orecchio ed imparo a discernere
i
segni dei tempi,
distintamente
odo i segnali
della
tua rassicurante presenza alla mia porta.
E
quando ti apro e ti accolgo
come
ospite gradito della mia casa
il
tempo che passiamo insieme mi rinfranca.
Alla
tua mensa divido con te
il
pane della tenerezza e della forza,
il
vino della letizia e del sacrificio,
la
parola di sapienza e della promessa,
la
preghiera del ringraziamento
e
dell'abbandono nelle mani del Padre.
E
ritorno alla fatica del vivere
con
indistruttibile pace.
Il
tempo che è passato con te
sia
che mangiamo sia che beviamo
è
sottratto alla morte.
Adesso,
anche
se è lei a bussare,
io so
che sarai tu ad entrare;
il
tempo della morte è finito.
Abbiamo
tutto il tempo che vogliamo
per
esplorare danzando
le
iridescenti tracce della Sapienza dei mondi.
E
infiniti sguardi d'intesa
per
assaporarne la Bellezza.
Carlo M. Martini “Ma tu stai alla mia porta”
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