Ma se
io, Signore,
tendo
l'orecchio ed imparo a discernere
i
segni dei tempi,
distintamente
odo i segnali
della
tua rassicurante presenza alla mia porta.
E
quando ti apro e ti accolgo
come
ospite gradito della mia casa
il
tempo che passiamo insieme mi rinfranca.
Alla
tua mensa divido con te
il
pane della tenerezza e della forza,
il
vino della letizia e del sacrificio,
la
parola di sapienza e della promessa,
la
preghiera del ringraziamento
e
dell'abbandono nelle mani del Padre.
E
ritorno alla fatica del vivere
con
indistruttibile pace.
Il
tempo che è passato con te
sia
che mangiamo sia che beviamo
è
sottratto alla morte.
Adesso,
anche
se è lei a bussare,
io so
che sarai tu ad entrare;
il
tempo della morte è finito.
Abbiamo
tutto il tempo che vogliamo
per
esplorare danzando
le
iridescenti tracce della Sapienza dei mondi.
E
infiniti sguardi d'intesa
per
assaporarne la Bellezza.
Carlo M. Martini “Ma tu stai alla mia porta”
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