“Mi fa male quando leggo quel passo piccolo del Vangelo
di Matteo, quando Giuda pentito va dai sacerdoti e dice ‘Ho peccato’ e vuol
dare… e dà le monete. ‘Che ci importa! – dicono loro, così – Te la vedrai tu!’.
Un cuore chiuso davanti a questo povero uomo pentito che non sapeva cosa fare.
‘Te la vedrai tu’. E andò ad impiccarsi. E cosa fanno loro, quando Giuda se ne
va ad impiccarsi? Parlano e dicono ‘Ma, povero uomo’? No! Subito le monete:
‘Queste monete sono a prezzo di sangue, non possono entrare nel tempio’ … la
regola tale, tale, tale, tale… I dottori della lettera!”.
“Non importa a loro la vita di una persona, non gli
importa il pentimento di Giuda: il Vangelo dice che è tornato pentito. Soltanto
gli importa il loro schema di leggi e tante parole e tante cose che hanno
costruito. E questa è la durezza del loro cuore. E questa è la durezza del
cuore, la stoltezza del cuore di questa gente, che siccome non poteva resistere
alla verità di Stefano va a cercare testimonianze, testimoni falsi, per
giudicarlo”.
“La storia ci parla di tanta gente che venne uccisa,
giudicata, seppur era innocente: giudicata con la Parola di Dio, contro la
Parola di Dio. Pensiamo alla caccia delle streghe o a Santa Giovanna d’Arco, a
tanti altri che vennero bruciati, condannati, perché non si aggiustarono,
secondo i giudici, alla Parola di Dio. E’ il modello di Gesù che, per essere
fedele e avere obbedito alla Parola del Padre, finisce sulla croce. Con quanta
tenerezza Gesù dice ai discepoli di Emmaus: ‘Oh stolti e tardi di cuore’.
Chiediamo oggi al Signore che con la stessa tenerezza guardi le piccole o
grandi stoltezze del nostro cuore, ci carezzi, e ci dica ‘Oh stolto e tardo di
cuore” e incominci a spiegarci le cose”.
Omelia di Papa Francesco 11 aprile 2016
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